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Cosa cercano davvero gli investitori oggi?

  • Immagine del redattore: Iuliana Lupascu
    Iuliana Lupascu
  • 4 giorni fa
  • Tempo di lettura: 3 min

Nel mondo delle startup, dove le idee si rincorrono veloci e i trend cambiano da un trimestre all’altro, gli investitori hanno imparato a guardare oltre la superficie. Vogliono concretezza. Vogliono numeri. Ma prima ancora, vogliono capire se vale la pena continuare ad ascoltarti dopo i primi 30 secondi.

Ecco perché in Silicon Valley, nella prima slide di ogni pitch, c’è quasi sempre una parola:“The Pain”. Il problema. Quello vero. Quello che fa male. Quello attorno a cui tutto ha senso.

In questo articolo ti raccontiamo, in modo diretto e senza filtri, cosa cercano davvero gli investitori nel 2025. Non teoria. Non frasi fatte. Ma quello che conta sul serio.





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“The pain”: l’investitore si innamora del problema, non della tua idea


Lo sappiamo: ci tieni alla tua idea. Ci hai lavorato giorno e notte. Ci credi, e magari funziona anche. Ma quando presenti la tua startup a un investitore, la prima cosa che lui (o lei) vuole sentire non è quanto è bello il tuo prodotto.

Vuole sapere qual è il problema che stai risolvendo. E per chi.

Se non c’è un problema forte, urgente, diffuso…allora il tuo prodotto è solo una soluzione in cerca di un problema. E nessun investitore investirà in quello.

Pensaci: le startup che hanno davvero fatto la differenza (Uber, Airbnb, Canva, Revolut) sono nate per risolvere problemi reali, concreti, quotidiani. Non erano solo “idee geniali”. Erano risposte efficaci a esigenze precise.


“Mercato” è la parola magica. Ma non basta dire “è grande”


Dopo il problema, arriva la domanda inevitabile: quanto vale il mercato?

E qui molti founder iniziano a scivolare. Perché dicono frasi come:

“Il nostro mercato vale 20 miliardi l’anno, basta prenderne l’1%…”

Ecco: no. Un investitore non vuole sentire numeri sparati a caso. Vuole sapere se tu conosci il mercato, lo vivi, lo tocchi, sai come entrarci e come crescerci dentro.

Vuole capire:

  • Chi è il tuo cliente ideale?

  • Come lo raggiungi?

  • Perché dovrebbe scegliere te, oggi?

E soprattutto: chi sono i tuoi veri concorrenti? Non sempre è evidente. Come diceva un noto investitore della Silicon Valley: “Il concorrente di una linea aerea non è un’altra linea aerea. È un treno.”

Tradotto? Il tuo peggior concorrente potrebbe essere l’inerzia del mercato. Persone che preferiscono non cambiare. Anche se la tua soluzione è migliore.


Il team: più importante del prodotto (sì, hai letto bene)


Ti sembrerà strano, ma in molti casi un investitore decide di investire prima nelle persone, poi nell’idea.

Perché? Perché le idee cambiano. Il team, invece, deve reggere ogni urto. Quello che l’investitore cerca nel tuo team è:

  • Competenze complementari: non tutti sviluppatori, non tutti seller.

  • Esperienza nel settore: hai già vissuto il problema da dentro?

  • Capacità di adattamento: siete pronti a pivotare, se serve?

Più che brillare, devi convincere. Dimostra che siete il team giusto per quel problema, in quel mercato, in questo momento.


Tracciare la trazione (anche se sei early stage)


Altro punto chiave: la traction.

Anche se sei early-stage, non puoi presentarti senza alcun segnale di validazione. Non servono milioni di euro. Ma servono segnali concreti che stai andando nella direzione giusta:

  • Clienti paganti, anche pochi

  • Una waiting list attiva

  • Tasso di conversione su una landing page

  • Beta tester entusiasti

  • Partnership in fase di chiusura


Gli investitori non vogliono promesse. Vogliono prove che il mercato ti sta ascoltando.


Profit. Planet. People.


I tempi cambiano, anche per gli investitori. Sempre più fondi oggi valutano startup secondo la logica delle 3P:

  • Profit – deve esserci un modello economico sostenibile. Nessun impatto senza fatturato.

  • Planet – che impatto ambientale e sociale ha quello che fai? La sostenibilità è un driver, non un optional.

  • People – le persone al centro, sia nel team, sia nel target. Un’azienda che ignora i bisogni umani… è già vecchia.

Non basta “fare soldi”. Oggi, sempre più investitori vogliono “fare bene” facendo business.


Un buon pitch non è uno show. È strategia pura.


Il pitch è solo la punta dell’iceberg. Dietro ogni slide ci devono essere visione, strategia e direzione chiara.

Se sai rispondere a queste domande:

  • Qual è il problema che risolvi?

  • Per chi?

  • Perché ora?

  • Perché proprio tu?

  • Dove vuoi arrivare?

…allora il tuo pitch sarà solido, naturale, convincente.


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